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Parrocchia di Santi XII Apostoli di Venezia

(Archivi storici della Chiesa di Venezia)

fondo

Estremi cronologici: 1201 - 1951

Consistenza: Unità 211: regg. e bb.

Descrizione: Archivio secolare e complesso, quello della parrocchia di Santi XII Apostoli, conserva documentazione sciolta su pergamena - purtroppo a tutt'oggi pesantemente dispersa - a partire dal 1201.
Un primo sguardo complessivo e ricapitolativo dei fondamenti giuridici, politici e patrimoniali della parrocchia si registra già nel 1473, quando, per esigenze di definizione del beneficio parrocchiale e di reperibilità delle carte, si mise mano alla redazione di un copiario delle scritture pubbliche e private conservate in archivio, che tale beneficio sostenevano e alimentavano, il «Catastico primo della chiesa parochiale e coleggiata de Santi Apostoli della città di Venezia». Una operazione di trascrizione dei documenti 'pesanti' della parrocchia in contenitori solenni, impostata in chiave di autorappresentazione e fissazione della propria identità istituzionale e patrimoniale - come risulta evidente sin dai caratteri estrinseci dei registri: scelta del materiale scrittorio, scrittura elegante e impostata, legature ornate e rinforzate -, perseguita con gli stessi criteri compilativi e pubblicistici nel secondo registro della serie (cfr. qui sotto la serie «Catastici delle scritture»), contenente inserzioni sino agli anni '30 del XIX secolo.
La medesima attenzione per la conservazione e la consultabilità delle carte aventi diretta funzionalità giuridica e patrimoniale - ora anche di quelle più corsive e correnti di natura giudiziaria, o degli incartamenti prodotti per sostenere beni e privilegi della parrocchia - traspare pure nell'operazione di ordinamento per categorie di titoli dei fascicoli processuali e della carte estravaganti depositati nell'archivio di chiesa, realizzato presumibilmente alla fine del XVIII secolo mediante il condizionamento di tali scritture in buste tematiche segnate da A a P.
Oggetto di interventi e attenzione pure l'archivio della sacrestia, contenente la documentazione canonica e anagrafica e i registri delle messe: in particolare da una rassegna anche cursoria dei dorsi e delle legature dei registri canonici, si possono facilmente intuire i diversi percorsi di condizionamento e rilegatura del materiale, il più frequentemente sottoposto a ispezione e censimento durante le ricorrenti visite pastorali condotte alla parrocchia.
Sembra infatti proprio lo strumento amministrativo e pastorale della visita, con le sue ricadute in materia di tenuta e conservazione degli archivi, la chiave più immediata per rileggere le strutture del fondo documentario e per ricostruirne storia e traversie. Ne risulta nell'insieme l'immagine di un archivio ordinato, che cresce nei secoli in modo complessivamente armonico e controllato almeno sino ai decenni iniziali dell'Ottocento: ad una prima notizia relativa alla presenza e regolare tenuta dei registri canonici risalente alla fine del XVI secolo, sinteticamente registrata a suggello del controllo esercitato dalla curia, attraverso le visite, sulla ricezione e applicazione dei dettami tridentini in materia di sacramenti e relativa documentazione (ASPV, «Curia patriarcale di Venezia, Archivio 'segreto', Visite apostoliche», reg. «Visitationes apostolice anno MDLXXXI», c. 121v), o ad altra subito successiva (visita del 1604) che certifica l'aver trovato «li libri de battesimi et de matrimonii [...] assai ben tenuti» (ibidem, reg. «Visite parochiali Zeno. 1601 ad 1604», alla data 11 novembre 1604), sembra rispondere, nel segno della continuità, più di due secoli dopo, il quadro di completezza e progressiva implementazione delle carte fissato nei verbali della visita di Jacopo Monico del luglio 1830: un archivio ricco dei registri canonici dei battesimi e matrimoni sin dal 1571, dei morti dal 1588, delle cresime dal 1633 (con una lacuna già allora rilevata dal 1655 al 1803); dei libri dello stato civile dal 1816; delle messe avventizie, delle esequie e delle messe di pubblica sovvenzione dal 1817 (per lo più, oggi, tuttavia disperse); ma anche comprensivo di registri di contraddizioni dei matrimoni, di stati delle anime, di registri di matrimoni segreti (successivamente, ahimè, dispersi), degli aborti, di morti negli ospedali cittadini, di filze comprendenti mandati e decreti patriarcali o governativi, di decessi dei protestanti (anch'essi, purtroppo, non pervenuti; «Le visite pastorali di Jacopo Monico nella Diocesi di Venezia (1829 - 1845)», a cura di B. Bertoli e S. Tramontin, Vicenza 1976, p. 60).
Non mancano invero notizie di caduta degli standard qualitativi di gestione dell'archivio e di torpore e rilassatezza amministrativa: tutte medio o tardo ottocentesche, indirettamente confermate dalle dispersioni di materiali anche preziosi del fondo successive alla visita Monico, e dall'ubicazione stessa dell'archivio di sacrestia confinato, alla fine del secolo, in «un locale sopra la sacrestia [...] in un ripostiglio di questa» dove, in maniera malinconicamente dimessa, «si tengono i libri canonici dei nati, cresimati, coniugati, morti, lo stato d'anime ed i registri civili» (ASPV, «Curia patriarcale di Venezia, Archivio 'segreto', Visite pastorali», b. «Visita pastorale del patriarca Domenico Agostini. 1881 - 1889», fasc. «Visita pastorale a Santi Apostoli. 1887, 6 febbraio»).
Soprattutto seicentesche, invece, le attestazione ricavabili dalla fonte visitale in materia di attenzione rivolta al censimento e ordinamento delle carte conservate in archivio: attenzione rinvenibile sin dagli atti della visita di Giovanni Tiepolo che, verificato il luogo di conservazione dei documenti più preziosi in apposito scrigno, suggerisce «che fusse fatto l'inventario di tutte [tali] scritture» (ibidem, b. «Visite chiese veneziane. Patriarca Tiepolo. 1620 - 1621», fasc. «Santo Apostolo n. 2», alla data 1620 agosto 3). Solo pochi anni dopo, nel 1650, il patriarca Gianfrancesco Morosini sollecitava la realizzazione - probabilmente disattesa dopo la visita precedente - di un «Inventario di tutte le scritture che si ritrovano dentro d'uno scrigno spettante all'interessi della chiesa parochiale et colleggiata di Santi Apostoli»: un elenco della documentazione giuridica, patrimoniale e contabile della parrocchia - registri, fascicoli, «ligazzetti» di carte sciolte, scritture «diverse in pecora» - che se censisce con un certo rigore notarile il materiale conservato, risulta tuttavia incapace di organizzarlo, ripensarlo in termini di strutture e articolarlo per tipologie documentarie. Un elenco dunque piatto delle scritture d'archivio, numerate progressivamente da 1 a 111, censite e descritte senza grosse pretese archivistiche o anche solo diplomatistiche (datazione, tipologia del documento, supporto scrittorio e così via), integrato da un elenco altrettanto corsivo della documentazione canonica della parrocchia - «Nota delli battesimi, matrimonii, morti e denontiationi, polizze infilzate che s'attrovano nella chiesa di Santi Apostoli» -, tuttavia più evocativo quanto a capacità di connotare tipologie documentarie e di esplicitarle con gli estremi cronologici della loro produzione (ibidem, b. II, «Visite. Chiese veneziane. Patriarca Morosini. 1645 - 1675»).


La documentazione è stata prodotta da:
Parrocchia di Santi XII Apostoli, Venezia

La documentazione è conservata da:
Archivio storico del Patriarcato di Venezia


Redazione e revisione:
Orlando Ermanno, 2000/09/13, prima redazione
Barausse Manuela, 2008, revisione
Levantino Laura, 2008, revisione
Levantino Laura, 2013, revisione
Tombel Michela, 2013, revisione
Cavazzana Romanelli Francesca, supervisione della scheda


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