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Abbazia di Santa Maria della Vangadizza di Badia Polesine

fondo

First and last date: 996 dic. 26 - 1808 0

Note to the date: Con documenti in copia dal 954

Consistence: fascc. 204, regg. 153, filze 4, voll. 16, vacchette 2, docc. sciolti 167

Archival history: Il primo nucleo dell'archivio dell'Abbazia di Santa Maria della Vangadizza si è costituito verosimilmente nel corso del tardo Medioevo. La documentazione anteriore al Duecento è infatti numericamente esigua. Da due inventari di scritture del secondo quarto del Quattrocento, uno relativo ai documenti "che se retrovano nel Monesterio", l'altro alle "scripture spectanti al Monesterio de la Vangadiza che sono apresso de ser Christofalo Rosino", si deduce che la conservazione degli atti notarili redatti nell'interesse del Monastero era affidata, almeno in parte e per periodi di tempo definiti, ai notai locali che svolgevano la funzione di cancellieri dell'Abbazia. Nell'archivio abbaziale i documenti venivano raggruppati e sistemati in "sedi" numerate (in totale 25) in base al notaio estensore materiale del documento o alla località a cui l'atto si riferiva. La modalità di organizzazione delle carte in sedi per notaio o per località è rimasta in uso fino alla metà del Settecento. Dopo la soppressione della congregazione camaldolese, nel 1810, l'archivio, rimasto nei locali dell'Abbazia, è pervenuto ai Conti d'Espagnac, proprietari dal 1797 del complesso abbaziale, acquistato dalla Repubblica francese come bene nazionale. Nel corso della prima metà dell'Ottocento una parte dell'archivio, unitamente alle carte della famiglia, è stato riordinata in filze, numerate da VI a IX e da XV a XVI, motivo per cui buona parte della documentazione presenta la segnatura "ex sede n.".
Nel 1801 l'archivio ha subito la perdita di alcuni libri dell'amministrazione, portati a Venezia dall'amministratore delle rendite abbaziali Gian Antonio Peruca, e nel 1839 la perdita di quattro buste di atti notarili, depositate all'archivio notarile distrettuale di Rovigo (oggi si trovano all'Archivio di Stato di Rovigo).
Nel 1890 il fondo è stato smembrato in due parti con la donazione all'Archivio di Stato di Modena di 135 filze di documenti dei secoli X - XIX, consegnate formalmente all'Istituto il 5 ottobre 1891 (nella lettera del 27 ottobre 1890 con cui Carlo Onorato d'Espagnac offre in dono i documenti al Direttore dell'Archivio di Stato di Modena si fa riferimento alla necessità di predisporre un inventario, da compilarsi entro sei mesi dalla donazione. Ciò fa pensare a un archivio disordinato. Al contrario però, l'analoga organizzazione in filze delle due porzioni d'archivio conservate a Modena e a Badia Polesine lascia presumere che il riordino ottocentesco abbia riguardato l'intero archivio dell'Abbazia).
Nel corso della prima metà del Novecento l'archivio o almeno di una parte di esso, è stato trasferito in Francia, dove è rimasto fino ai primi anni Settanta nel Novecento.
E' probabile che i materiali siano stati trasferiti in Francia durante la seconda guerra mondiale, per metterli al riparo da possibili sottrazioni o danni. Nel 1941 il complesso abbaziale venne infatti sequestrato dall'autorità militare in quanto bene di cittadini di nazionalità nemica (in applicazione dell'articolo 20 della legge 19 dicembre 1940, n. 1994), assoggettato all'ente di gestione e liquidazione immobiliare (EGELI) e utilizzato, in parte, come ospedale.
Certo è che nella relazione della visita all'archivio d'Espagnac del 31 agosto del 1972 Alberto Mario Rossi, direttore dell'Archivio di Stato di Rovigo, descrive un complesso di carteggi relativi ai redditi dell'azienda agricola della famiglia che non hanno "alcun rapporto" con le carte dell'antica Abbazia della Vangadizza, evidentemente non conservate in loco.
La documentazione è stata riportata a Badia Polesine tra il 1974 e il 1976, nel corso di più viaggi, da Guido Mora, presidente del Sodalizio Vangadiciense di Badia Polesine e amico di Michele de Rostolan, proprietario dell'Abbazia della Vangadizza e dell'archivio, che aveva già manifestato pubblicamente la volontà di donare le carte al Sodalizio (il 14 settembre 1972 in occasione del primo convegno di studi vangadiciensi).
Informata del recupero in corso, nel 1975 Maria Francesca Tiepolo, sovrintendente archivistico per il Veneto, ha avviato i primi contatti con il Sodalizio Vangadiciense per prendere visione della documentazione, ufficialmente ancora di proprietà di Michele de Rostolan ma custodita da Mora presso la sua abitazione, non lontano dell'Abbazia.
L'archivio dell'Abbazia di Santa Maria della Vangadizza è stato dichiarato di notevole interesse storico con provvedimento della Sovrintendenza archivistica per il Veneto l'11 giugno 1976.
Quanto rimaneva di un patrimonio certamente assai intaccato ma ancora quantitativamente e qualitativamente non trascurabile, è stato infine donato ufficialmente al Sodalizio da de Rostolan il 5 novembre 1977.
A seguito del mutamento di proprietà, con provvedimento del 21 agosto 1989, la Soprintendenza archivistica per il Veneto ha provveduto a notificare la dichiarazione di interesse dell'archivio al Sodalizio Vangadiciense (rinnovo di notifica).
Nel 1996 il fondo è stato trasferito dall'abitazione di Mora alla nuova sede del Sodalizio Vangadiciense presso l'ex Abbazia della Vangadizza, acquistata dal Comune di Badia Polesine nel 1985 - 1986, dove tutt'ora si conserva.
L'archivio abbaziale, come l'intero complesso archivistico di cui fa parte, è stato riordinato e inventariato nel 1996 - 1999.
Nel 1998 - 1999 alcuni documenti sono stati esposti in occasione della mostra I mille anni della Vangadizza. Storia e storie di una grande Abbazia, allestita prima a Palazzo del Monte a Padova e poi a Palazzo Roncale a Rovigo.
Per ulteriori notizie sulle vicende conservative del fondo successive al 1989 si rimanda alla scheda complesso archivistico.


Description: L'archivio, nell'inventario del 1999 denominato fondo Amministrazione dei Monaci, conserva documentazione che testimonia l'attività religiosa e amministrativa della gloriosa Abbazia di Santa Maria della Vangadizza dalle origini alla sua soppressione:
Il fondo si articola nelle seguenti serie:
- Pergamene sciolte;
- Scritture amministrative divise per località;
- Scritture amministrative divise per notai e cancellieri;
- Scritture amministrative non collocabili in sede;
- Registri catastali e altre scritture;
- Scritture riguardanti la comunità monastica.
Spiccano per rarità e pregio le pergamene sciolte (in totale 90), che coprono un arco cronologico compreso tra il 954 e il 1796, raggruppate in tre nuclei: privilegi ed esenzioni, pergamene di carattere religioso e di carattere amministrativo.
Si tratta dei documenti fondativi del Monastero, contenenti concessioni e conferme dei privilegi accordati dall'autorità pontificia e imperiale e i titoli di possesso e trasmissione del patrimonio, gelosamente conservati dai monaci benedettini, prima, e dai camaldolesi, poi.
Numerose pergamene, specie le più antiche, sono state trascritte e pubblicate nel Settecento da eruditi e studiosi che ebbero modo di studiarle presso il Monastero.
Il nucleo documentario più consistente è costituito dalle scritture amministrative, suddivise per notai e cancellieri e per località, che comprendono protocolli e manualetti di minute notarili relativi ad atti rogati ad cancellum abbatiae e nell'interesse dell'Abbazia. Rari sono gli atti rogati nell'interesse di terzi.
La serie Registri catastali e altre scritture conserva catastici dei beni del Monastero e relativi terratici e registri contabili di riscossione di affitti e canoni, di notevole interesse storico per lo studio della toponomastica e della storia agraria.
Si segnala la presenza di un esemplare del catastico ordinato dai Deputati veneziani ad pias causas e dall'Aggiunto sopra monasteri al pubblico perito Giovanni Domenico Guarnieri per la stima dei beni stabili e delle rendite dell'Abbazia dopo il decreto di soppressione del 1789, che mostra la consistenza dei beni della Vangadizza prima dell'incameramento attuato dai Deputati e delle demolizioni ottocentesche che interessarono la chiesa abbaziale e altre pertinenze del complesso monastico.
Le scritture riguardanti la comunità monastica comprendono, tra gli altri documenti, diari di vita monastica e memorie del Monastero a partire dal secolo XVI (compresa una cronaca dal 954 al 1789) e documentazione relativa a contenziosi.


Organization: In occasione del riordino del 1996 - 1999 si è cercato di recuperare, per quanto possibile, l'organizzazione data alle carte dai monaci, che era stata pressoché azzerata dal riordino ottocentesco voluto dai d'Espagnac.
Le pergamene, che presentano più segnature successive, sono state suddivise in tre gruppi e, per ciascun raggruppamento, ordinate cronologicamente. La serie Privilegi ed esenzioni è stata ricostituita grazie alla comune segnatura (numero progressivo e anno) delle pergamene, richiamata in un registro seicentesco delle gravezze ed esenzioni dal 1374 al 1685.
Le altre due serie sono state create in base al contenuto, di carattere religioso o amministrativo, delle pergamene.
E' stata ricostituita la suddivisione della documentazione amministrativa per località e per notaio o cancelliere, con riferimento alle segnature a tergo dei documenti ("ex sede n.") che riportano il numero identificativo della "sede" (serie) di provenienza.

Information on numbering items: Il fondo riporta una numerazione di corda sequenziale per le buste.
L'inventario riporta una numerazione progressiva per le unità archivistiche di ciascuna serie (fa eccezione la numerazione delle serie Scritture amministrative divise per località e Scritture amministrative divise per notai e cancellieri, che risulta unica e progressiva per entrambe le serie archivistiche). Non sappiamo se tale numerazione sia stata riportata effettivamente sui pezzi (la cui posizione fisica potrebbe peraltro differire dall'ordine, cronologico, della descrizione inventariale, come fa ipotizzare la descrizione della prima unità della serie Scritture amministrative per località. Il codice infatti risulta "legato con un altro" registro, che nell'inventario non è descritto di seguito ma al numero 4).
Il numero progressivo assegnato alle pergamene, condizionate singolarmente in fascicoli, è stato riportato sulla camicia.

Finding aids:
I mille anni della Vangadizza: inventario delle pergamene - I: Le pergamene
Abbazia di Santa Maria della Vangadizza e famiglia d'Espagnac. Inventario

Finding aid in the fond: - Jacopo de Stabelini, "Inventario de tute le scripture che se retrovano nel Monesterio de la Badia" (conservato in Abbazia di Santa Maria della Vangadizza e famiglia d'Espagnac, Abbazia di Santa Maria della Vangadizza di Badia Polesine, Sede notaio Cristoforo Rosino, reg. 37 Protocollo del notaio Iacobo de Stabelini, c. 15, 1476 - 1487); - Jacopo de Stabelini, "Inventario de libri et scripture spectanti al Monesterio de la Vangadiza che sono apresso de ser Christofalo Rosino" (conservato in Abbazia di Santa Maria della Vangadizza e famiglia d'Espagnac, Abbazia di Santa Maria della Vangadizza di Badia Polesine, Sede notaio Cristoforo Rosino, reg. 37 Protocollo del notaio Iacobo de Stabelini, c. 16, 1476 - 1487); - "Gravezze ed esenzioni dal 1374 al 1685" (conservato in Abbazia di Santa Maria della Vangadizza e famiglia d'Espagnac, Abbazia di Santa Maria della Vangadizza di Badia Polesine, Registri catastali e altre scritture, vol. 7, sec. XVIII; - Documenti libro II - Documenti relativi all'Abbazia dal 1600 in avanti" (conservato in Abbazia di Santa Maria della Vangadizza e famiglia d’Espagnac, Abbazia di Santa Maria della Vangadizza di Badia Polesine, Scritture riguardanti la comunità monastica, vol. 5, 1780 circa). Il registro riporta un elenco di documenti intitolato "Ex inventario scripturarum existentium in cancelleria Abbatiae Vangaditiae iuxta iussionem commendatarii D.D. Marci Delfini facto a Francisco Villa cancellario badiense 1689 ex authographis" che riporta quasi tutte le 25 sedi in cui erano sistemate in origine le carte dell'archivio abbaziale.

Connected documents:
Repertorio della matricola dei notai, n. 493, bb. 1060 - 1063, Si tratta di 4 bb. con intitolazione "Monastero di S. Maria della Vangadizza - Badia", numerate da 1060 a 1063.
Le bb. contengono 1683 atti (nella quasi totalità investiture o rinnovi di investiture di beni dell'Abbazia della Vangadizza ubicati nelle province di Rovigo e Padova) rogati tra il 1214 e il 1709, divisi in 23 libri, e un volume con l'indice dei documenti, provenienti dall'archivio.
La documentazione è stata depositata dalla famiglia d'Espagnac all'archivio notarile distrettuale di Rovigo in esecuzione dell'"appellatorio decreto" 15 febbraio 1839, n. 13960 - emanato con riferimento al disposto dell'articolo 130 del regolamento sul notariato del 17 giugno 1806, che prevedeva l'obbligo di concentrare presso l'archivio notarile distrettuale le carte notarili sparse nei distretti dei vari dipartimenti - comunicato dalla Camera notarile di Padova con ordinanza del 4 marzo 1839, n. 189.
Come precisato da Lugaresi (1982, p. 475), a cui si rimanda per la descrizione dettagliata degli atti, si tratta di documenti "unici, di notevole importanza per la storia economica e sociale della Vangadizza" in quanto nessuno degli atti compare quelli dei rispettivi notai che rogarono per l'Abbazia.
A seguito dell'entrata in vigore della legge archivistica 30 settembre 1963, n. 1409, le buste, con l’intero archivio notarile distrettuale di Rovigo, sono state depositate all'Archivio di Stato del capoluogo di provincia. Conservata presso: Archivio di Stato di Rovigo
Corporazioni religiose, Abbazia di Santa Maria della Vangadizza, Si tratta di 135 filze che raccolgono documenti provenienti dall'archivio abbaziale, in prevalenza, e in minima parte materiale relativo a proprietà della famiglia d'Espagnac a Sassuolo. La documentazione risale ai secoli X – XIX ed è stata donata all'Archivio di Stato di Modena da Carlo Onorato d'Espagnac nel 1890. La documentazione è stata descritta da Giovanni Beggio, L'archivio vangadiciense presso l'Archivio di Stato di Modena. Contributo per la formazione di un catalogo generale archivistico e bibliografico relativo alla Vangadizza, in "Miscellanea di studi su Badia Polesine e il suo territorio", serie V, Badia Polesine 1972, pp. 3-10). Conservata presso: Archivio di Stato di Modena
Intendenza di finanza, bb. 218 bis, 389, Si tratta di documentazione compresa tra il 1792 e il 1830 relativa alla soppressione dell'Abbazia e alle liti tra Comune di Badia Polesine, Demanio dello Stato e famiglia d'Espagnac che seguirono la vendita del complesso abbaziale al conte Federico Guglielmo d'Espagnac. La documentazione è descritta in dettaglio da Alberto Mario Rossi, Nuovi documenti vangadizzesi dell'Archivio di Stato di Rovigo, in "Atti e memorie del Sodalizio Vangadiciense", 1972-1973, vol. I, Badia Polesine, 1975, pp. 65-75. Conservata presso: Archivio di Stato di Rovigo
Archivio Giustiniani Recanati Tacoli, Conserva un diploma di Berengario II e Adalberto a favore dell'Abbazia di Santa Maria della Vangadizza datato 30 maggio 961, pervenuto ai Giustiniani tramite i Recanati (Archivi di famiglie e di persone: materiali per una guida, III Toscana - Veneto, a cura di G. PESIRI et al., Roma, Ministero per i beni e le attività culturali, Direzione generale per gli archivi, 2009, p. 496). Nel fondo Abbazia di Santa Maria della Vangadizza di Badia Polesine è presente una copia autentica del 1318 dell'atto di donazione. Conservata presso: Privato
Malmignati, Rodari, Cattaneo, Conserva investiture di possedimenti dell'Abbazia della Vangadizza a favore della famiglia Cattaneo e liti connesse alle proprietà tra la famiglia e il Monastero, dal XV al XVII secolo. Conservata presso: Biblioteca comunale di Lendinara (Rovigo)

The documents were created by:
Abbazia di Santa Maria della Vangadizza

The documents are kept by:
Sodalizio Vangadiciense


Editing and review:
Mariani Ilaria, 2020/04/14, prima redazione


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