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Comune di Chiaravalle

Seat: Chiaravalle (Ancona)

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Comune di Chiaravalle, Chiaravalle (Ancona), 1808 -, SIUSA

La regina longobarda Teodolinda, tra il 616 e il 626, concesse il territorio che ad oggi corrisponde al comune di Chiaravalle, ad alcuni monaci benedettini i quali vi costruirono un monastero che, per la vicinanza con un grande bosco di castagni, prese il nome di Santa Maria di Castagnola.
Con il passare dei secoli la vitalità e la popolazione andò sempre più diminuendo tanto che nel 1147 i benedettini vennero soppiantati dai monaci cistercensi di Lucedio, benedettini riformati da Roberto di Molesme per riportare i religiosi all'osservanza dell'antica regola dettata da S. Benedetto, i quali fondarono l'abbazia di Chiaravalle di Castagnola.
All'inizio del sec. XV l'abbazia venne data in commenda al card. Antonio Calvi e alla gestione diretta da parte dei monaci si preferì la rendita assicurata dalla cessione in enfiteusi a numerosi braccianti agricoli e pastori, primi abitanti laici del luogo.
Teatro di numerosi conflitti tra Ancona e Jesi per la giurisdizione sui beni dell'abbazia, nel 1486 l'abbazia di Chiaravalle venne posta sotto la diretta autorità del pontefice che, attraverso il commendatario, pose fine a qualsiasi interferenza da parte del vescovo sul territorio.
Nel 1499 i monaci cistercensi, alle voci di un'invasione da parte delle truppe di Luigi XII, abbandonarono il cenobio per ritirarsi in Francia e ad essi si sostituirono, nella cura del "Borgo dell'Abbazia" (così era denominato il primo nucleo di Chiaravalle), i francescani.
La trasformazione di Chiaravalle da borgo sonnolento a cittadina attiva e vivace avvenne grazie all'introduzione della coltivazione del tabacco per l'intraprendenza del conte Gabriele Galantara di Fano che, appoggiato dall'allora commendatario card. Nereo Corsini, affittò per nove anni una parte dei territori dell'abbazia fondandovi la prima fabbrica di tabacchi nel 1759.
Alla morte di Corsini il pontefice Clemente XIV cedette l'enfiteusi perpetua dell'abbazia alla Congregazione dei monaci cistercensi della Provincia Romana.
Nel 1798, con la dominazione francese, i beni abbaziali vennero dichiarati di pertinenza nazionale ed avocati alla Repubblica anconetana. Per la prima volta nella sua storia la popolazione di Chiaravalle veniva governata da laici: un presidente e tre consiglieri scelti tra coloro che avevano avversato il governo pontificio.
Nel 1802 tali beni tornarono ai monaci cistercensi fino al 1808 quando vennero confiscati dal Regio demanio del dipartimento del Metauro.
Nel 1812 passarono al Vicerè d'Italia, Eugenio di Beauharnais.
Con la caduta di Napoleone, nel 1814, Eugenio di Beauharnais, divenuto duca, ottenne l'enfiteusi perpetua di tutte le proprietà ecclesiastiche confiscate. Quelle di Chiaravalle da sole comprendevano tutto il V distretto.
Eretto nel 1808, il comune fece parte del cantone di Ancona nel Dipartimento del Metauro fino alla caduta del Regno napoleonico. Passato allo Stato pontificio, nel riparto dei Governi e delle Comunità del 1817 e del 1827, era comune all'interno della Delegazione di Ancona, Distretto di Ancona, Governo di Montemarciano. Tale situazione rimarrà invariata sino all'Unità d'Italia.
Dal 1928 al comune vennero aggregati parte del soppresso comune di Falconara Marittima e Camerata Picena ritornati autonomi rispettivamente nel 1948 e nel 1947.


Legal position:
pubblico

Type of creator:
ente pubblico territoriale

Connected institutional profiles:
Comunità (Stato della Chiesa), 1815 - 1870
Comune, 1859 -

Generated archives:
Comune di Chiaravalle (fondo)
Stato civile del Comune di Chiaravalle (fondo)


Editing and review:
Ferri Sonia, 2008, revisione
Forani Jessica, 2008/09/08, integrazione successiva
Palma Maria, 2008, supervisione della scheda


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