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284ª brigata Fiamme verdi Italo

Sede: Ventasso (Reggio nell'Emilia), Toano (Reggio nell'Emilia), Villa Minozzo (Reggio nell'Emilia)
Date di esistenza: 1944 set. 3 - 1945 giu.

Intestazioni:
284ª brigata Fiamme verdi Italo, Ventasso, Toano, Villa Minozzo (Reggio nell'Emilia), aprile - giugno 1945, SIUSA
Battaglione Fiamme verdi del Cusna, Ligonchio, Toano, Villa Minozzo (Reggio nell'Emilia), gennaio - giugno 1945, SIUSA
Brigata Fiamme verdi, Ligonchio, Toano, Villa Minozzo (Reggio nell'Emilia), settembre 1944 - giugno 1945, SIUSA
Brigata della montagna, Ligonchio, Toano, Villa Minozzo (Reggio nell'Emilia), agosto - settembre 1944, SIUSA

Altre denominazioni:
Battaglione Fiamme verdi del Cusna, gennaio - giugno 1945
Brigata Fiamme verdi, settembre 1944 - giugno 1945
Brigata della montagna, agosto - settembre 1944

La brigata Fiamme verdi fu costituita nei primi giorni del settembre 1944 dal Comitato di liberazione nazionale (CLN) e dal Comando unico zona di Reggio Emilia per dare risposta all'esigenza - manifestata dalla componente democratico-cristiana della Resistenza reggiana - di disporre di una formazione distinta dalla brigate garibaldine di ispirazione comunista.
Già nel precedente mese di agosto i rappresentati della Democrazia cristiana (DC) e del Partito comunista italiano (PCI) avevano tentato, senza successo, di porre rimedio alla scissione consumatasi sull'Appennino reggiano tra i partigiani di diverso orientamento politico, a seguito della quale era sorta una "Brigata della montagna" di ispirazione cattolica agli ordini di don Domenico Orlandini (alias Carlo). Tuttavia il rifiuto opposto dai comunisti di abolire la denominazione di brigate Garibaldi e di rinunciare ai segni esteriori dell'appartenenza politica, determinarono l'interruzione delle trattative e la conseguente richiesta di intervento degli organismi politico-militari di vertice.
Nel corso di un incontro svolto tra il 3 e il 4 settembre 1944 nella frazione di Poiano del comune di Villa Minozzo, i delegati del CLN, del Comando piazza e delle formazioni della montagna autorizzarono così la costituzione di una brigata Fiamme verdi che sarebbe stata posta sotto la guida di Orlandini, e disposero che i volontari scegliessero se rimanere nelle brigate Garibaldi o se passare nella nuova formazione di orientamento democristiano.
Nei successivi trenta giorni la creazione della brigata fu al centro di un serrato dibattito tra gli organi della Resistenza reggiana: il Comando unico zona difatti, preso atto dello scarso numero di partigiani che aveva optato per la nuova formazione, interpellò il CLN e il Comando piazza proponendo di accantonare il progetto della brigata e di limitarsi alla costituzione di un semplice battaglione, richiesta respinta sia dal CLN che dal Comando militare nord Emilia.
Nelle prime settimane di attività, dopo l'iniziale incertezza, la brigata Fiamme verdi accrebbe il suo organico tanto da contare già in settembre cinque distaccamenti, divenuti a dicembre ben nove suddivisi in tre battaglioni, dislocati principalmente nel territorio dei comuni di Ligonchio, Toano e Villa Minozzo con il principale compito di presidiare e difendere il campo di rifornimenti aviolanciati, uno dei maggiori centri nevralgici del movimento partigiano.
Dopo la scomparsa del vicecomandante Aldo Dall'Aglio (alias Italo), caduto in combattimento il 10 gennaio 1945, il comando della brigata, sempre sotto la guida di Orlandini, fu integrato con la nomina del vicecomandante William Manfredi (alias Elio) e del nuovo commissario politico Giacomo Melandri (Romagna), che succedeva al comunista Davide Valeriani (alias Formica).
Il 20 gennaio, a decorrere dal 1° febbraio, la formazione fu ufficialmente riconosciuta dal Ministero della guerra quale reparto operante italiano con la denominazione di "Battaglione Fiamme verdi del Cusna".
Alla vigilia della liberazione la brigata fu inquadrata, insieme alla 285ª brigata Sap montagna e alla compagnia italiana del battaglione Alleato, nel Raggruppamento misto, trasformato poi nella 2ª divisione mista con disposizione emanata il 10 aprile dal Comando unico; nella stessa circostanza alla brigata Fiamme verdi furono attribuiti nuovi numerazione e titolazione: 284ª brigata Fiamme verdi Italo. Nello stesso periodo al vicecomandante Manfredi successe Casto Ferrarini (alias Candido).
Sebbene la brigata fosse concentrata nel comune di Toano, furono tuttavia proprio alcuni partigiani della 284ª, insieme a quelli della 26ª brigata Garibaldi, a entrare per primi a Reggio Emilia il 24 aprile 1945.
Come tutte le altre formazioni volontarie della provincia, la brigata Fiamme verdi fu smobilitata il successivo 3 maggio nel corso di una solenne cerimonia svolta in piazza della Vittoria; il Comando cessò invece le proprie attività alla metà del mese di giugno delegando la risoluzione degli affari ancora pendenti ad un apposito ufficio stralcio.
Organo ufficiale dalla formazione fu «La penna. Settimanale della brigata Fiamme verdi», edito dall'1 al 22 aprile 1945.


Condizione giuridica:
privato

Complessi archivistici prodotti:
Corpo volontari della libertà - CVL di Reggio Emilia (complesso di fondi / superfondo)


Bibliografia:
F. CIPRIANI, Guerra partigiana. Operazioni nelle provincie di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Parma, STEP, 1947
G. FRANZINI, Storia della Resistenza reggiana, introduzione di G. DEGANI, prefazione di P. SECCHIA, Reggio Emilia, ANPI, 1970
L. PALLAJ, Storia della 284ª Brigata fiamme verdi Italo, Reggio Emilia, A.L.P.I., 1970
G. GIOVANELLI, La 284ª Brigata Fiamme Verdi Italo. Cattolici della montagna reggiana nella Resistenza. 1943-1945, Reggio Emilia, 2002

Redazione e revisione:
Alongi Salvatore, 2017/07/21, prima redazione
Caniatti Giovanna, 2017/10/19, integrazione successiva
Caniatti Giovanna, 2018/09/20, supervisione della scheda


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