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Comune di Piteglio

Seat: Piteglio (Pistoia)
Date of live: 1865 -

Headings:
Comune di Piteglio, Piteglio (Pistoia), sec. XIII -, SIUSA

Other names:
Comunità di Piteglio, sec. XIII - 1775
Comunità della Montagna di Pistoia, 1775 - 1808
Mairie di Piteglio, 1808 - 1814
Comunità di Piteglio, 1815-1865

Testimoniato nelle fonti dal XIII secolo, il Comune di Piteglio fu sottoposto a Pistoia almeno dal 1244, anno in cui risulta compreso nella circoscrizione di Porta Sant'Andrea. Il Comune era retto da un Podestà, di nomina pistoiese, rappresentante del potere centrale, al quale era affidata l'amministrazione della giustizia. Il Podestà era affiancato da un notaio e da un camarlingo. Coinvolto, come tutto il territorio montano, nelle lotte di fazione che dalla fine del XIII secolo contrapposero la famiglia guelfa dei Panciatichi a quella ghibellina dei Cancellieri, alla metà del secolo successivo Piteglio venne compreso nel territorio del Capitanato della Montagna. Il Comune mantenne comunque una certa autonomia amministrativa continuando a governarsi secondo leggi proprie. Al vertice era un vicario, in carica per quattro anni, che, assistito da un Consiglio, aveva il potere di proporre le leggi e le riforme, di convocare il Consiglio e di procedere alla nomina o all'incanto delle altre cariche comunali. Vi erano poi un cancelliere, un camarlingo generale, alcuni stimatori di beni e la guardia campestre, cui era affidato il compito di vigilare sulla conservazione del territorio. Nei periodi di carestia veniva anche eletto un camarlingo "dei viveri", responsabile della distribuzione di farina di castagne alle famiglie bisognose. A seguito del decreto del 18 aprile 1646, che istituiva un cancelliere unico per tutto il territorio montano, i cancellieri presenti nei singoli comuni, fra i quali quello di Piteglio, vennero sollevati dai loro incarichi. Dal punto di vista politico, tale decreto sancì di fatto la perdita dell'autonomia da parte delle singole comunità sulle quali il potere centrale, attraverso le figure del capitano e del cancelliere, esercitava la propria autorità ed il proprio controllo. Con la costituzione della Comunità della Montagna Pistoiese (decreto del 24 aprile 1775), di cui Piteglio fu chiamato a far parte, le magistrature comunali vennero soppresse. Con la riforma del 24 aprile 1775 venne costituita la Comunità della Montagna di Pistoia alla cui giurisdizione facevano capo le dodici comunità, con i rispettivi sedici popoli, appartenenti fino a quel momento al Capitanato della Montagna: Cutigliano, Gavinana, Lancisa e Spignana, Lizzano, Mammiano, San Marcello, Popiglio, Piteglio, Crespole, Lanciole, Calamecca, Sambuca, Campeda, Frassignone, Pavana e San Pellegrino. La sede della Comunità fu posta a San Marcello. In base alle nuove disposizioni furono aboliti gli statuti e le leggi comunali nonché tutte le magistrature locali. Il governo della nuova comunità, eletto per sorteggio fra i possidenti locali, era costituito dal Magistrato composto da un gonfaloniere e da cinque priori ed in carica per un anno. Il Magistrato, affiancato da sedici consiglieri, uno per ciascun popolo della comunità, andava a formare il Consiglio Generale. Il vecchio sistema fiscale venne riformato e razionalizzato: tutte le imposizioni vennero abolite ed al loro posto venne istituita la "tassa di redenzione". Si trattava di un'unica tassa annuale fissa assegnata a ciascuna comunità da versarsi in tre rate alla Cassa della Camera delle Comunità. Alla Comunità della Montagna venne assegnata la somma di 3338 scudi da ripartirsi proporzionalmente tra i sedici popoli. Se non fosse riuscita a pagare la tassa di redenzione, la comunità era autorizzata a distribuire un'imposta sui possidenti, chiamata "dazio". Di tutte le questioni finanziarie si occupava un camarlingo o depositario, estratto dalle borse approntate per il magistrato ed in carica da uno ad un massimo di tre anni consecutivi. Un altro importante ufficio, da porsi all'incanto, era quello di "provveditore di strade e fabbriche" di durata triennale. La Comunità venne soppressa nel 1808 con l'annessione della Toscana all'Impero francese.
A seguito del decreto della Giunta Toscana del 22 agosto 1808, che stabiliva la nuova organizzazione amministrativa del territorio, Piteglio divenne sede di una Mairie. Un'altra deliberazione della suddetta Giunta, di poco sucessiva, regolò le funzioni delle nuove strutture municipali. Il maire, coadiuvato da uno o più aggiunti, svolgeva la funzione di capo e rappresentante del comune ed oltre ad avere vari incarichi amministrativi e di polizia, presiedeva il Consiglio comunale. Il Consiglio si riuniva una volta all'anno in occasione della discussione del rendiconto e delle decisioni in materia di imposizioni fiscali. In ambito finanziario il nuovo governo abolì tutte le imposte precedenti e introdusse la tassa fondiaria, personale, la tassa sulle porte e finestre e quella sulle patenti, che gravava su tutti coloro che esercitavano un commercio, una professione o un'industria. Su queste imposte dirette era data facoltà ai comuni di aggiungere un'imposizione di centesimi addizionali, il cui introiti dovevano essere utilizzati per coprire le spese della mairie. Oltre che dai centesimi addizionali, le entrate ordinarie erano costituite dalle rendite derivanti dalla locazione dei beni comunali, dalle concessioni per lo svolgimento di fiere e mercati, dal ricavato delle multe per infrazioni ai regolamenti di polizia municipale, dai dazi municipali, dai diritti di pesi e misure e dai diritti di cancelleria per il rilascio di copie o estratti di atti comunali o di stato civile. Per tutte queste entrate erano redatti appositi ruoli, custoditi dal precettore incaricato della riscossione. Il nuovo sistema amministrativo portò notevoli innovazioni anche in ambito contabile con l'introduzione del bilancio preventivo, distinto per titoli di entrata e uscita, e del rendiconto, che andò a sostituire i saldi del camarlingo e che era corredato da documenti giustificativi. Il governo francese affidò alle mairies le funzioni di stato civile, che fino ad allora erano state di esclusiva competenza dei parroci. Il maire fu incaricato di ricevere le denunce di nascita, matrimonio e morte e di annotarle su appositi registri di cui una copia rimaneva presso il comune ed una era inviata alla cancelleria del tribunale.
La mairie di Piteglio comprendeva, oltre al capoluogo, i comuni di Popiglio, Crespole, Calamecca, Lanciole e Prunetta. Un successivo decreto, non rintracciato nelle fonti, trasferì la sede della mairie da Piteglio a Popiglio, suscitando un generale malcontento fra gli abitanti. A seguito delle reiterate richieste nel 1811 la sede venne nuovamente trasferita a Piteglio.
Con la Restaurazione venne sostanzialmente mantenuta la divisione del territorio della Montagna operata dai francesi. La Mairie di Piteglio si trasformò in una Comunità, comprendente nel proprio territorio i comunelli di Popiglio, Calamecca, Crespole e Lanciole. La nuova comunità fu posta alle dipendenza della Cancelleria di San Marcello. Al vertice era un Magistrato, composto da un Gonfaloniere e da due priori, affiancato da un Consiglio Generale composto da tre consiglieri. Tra i compiti del Magistrato erano quelli di eleggere il camarlingo e di aprovare il bilancio di previsione. Il Consiglio, che rimaneva in carica per un anno, si riuniva nel mese di settembre per eleggere, assieme al Magistrato, i deputati della Tassa di famiglia e per decidere di eventuali lavori a strade. A seguito della concessione dello Statuto, nel febbraio 1848, e della successiva pubblicazione di un nuovo regolamento, il Consiglio si vide attribuire nuovi poteri deliberativi e di controllo. Inoltre Piteglio entrò a far parte del nuovo distretto elettorale, con sede a San Marcello, e vi si stabilì un Pretore civile. Nel settembre del 1853 il regolamento venne abolito e furono ripristinate le vecchie magistrature. Il regolamento del 14 febbraio 1860 ripristinò i consigli elettivi. Il regolamento sui consigli distrettuali e compartimentali inserì la Comunità di Piteglio nel distretto che aveva come capoluogo San Marcello, mentre la sede del collegio elettorale era Serravalle. A seguito della legge n. 2248 del 20 maggio 1865 la comunità venne soppresa ed al suo posto istituito il Comune di Piteglio.
Il Comune di Piteglio fece parte della provincia di Firenze fino all'inizio del 1927 quando con il R.D.L. del 2 gennaio, fu incorporato nella allora istituita provincia di Pistoia.


Legal position:
pubblico

Type of creator:
preunitario
ente pubblico territoriale

Connected institutional profiles:
Comunità (Granducato di Toscana), 1774 - 1808
Mairie (Impero francese), 1805 - 1814
Comunità (Granducato di Toscana), 1814 - 1865
Comune, 1859 -

Generated archives:
Comune di Piteglio (fondo)


Editing and review:
Pagliai Ilaria, 2005/06/24, prima redazione
Taglioli Maddalena, 2013/02/11, integrazione successiva


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