Al vertice della comunità di Castelnuovo in antico regime è il podestà, nominato dalla Repubblica, al quale è demandata la parziale amministrazione della giustizia civile e criminale e la massima autorità sulle altre istituzioni.
La maggiore magistratura di espressione locale è invece il Parlamento o Consiglio, organo con funzione deliberativa, competente sui principali affari comunali.
I due camerari o massari avevano, in pratica, funzione di tesorieri della comunità. Avevano infine funzione di vigilanza: i terminatori, responsabili delle confinazioni di proprietà e gli otto saltari, custodi dei beni della collettività.
Con l’approvazione della Costituzione del popolo ligure (2 dicembre 1797), Castelnuovo fu aggregato al dipartimento del Golfo di Venere. Con la legge 72 del 28 aprile 1798 fu poi parte della giurisdizione di Lunigiana, nel cantone di Sarzana.
Con la riorganizzazione amministrativa del gennaio 1803, fu aggregato alla IV giurisdizione del Golfo di Venere, all’interno del I cantone di Lunigiana, detto poi di Sarzana, dopo la rettifica del 27 maggio 1803.
Con decreto imperiale del 1805 furono unite le giurisdizioni dell’Entella e del Golfo di Venere nel Dipartimento degli Appennini, con sede a Chiavari. Castelnuovo fu compreso nell’arrondissement di Sarzana.
Nel Congresso di Vienna il territorio della Repubblica ligure fu annesso al regno sabaudo che, con regio editto n. 70 del 7 ottobre 1814, fu diviso in province, suddivise, a loro volta, in mandamenti di giudicatura. Castelnuovo fu quindi raccolto nel mandamento di Sarzana, compreso nella provincia del Levante, nella divisione di Genova.
Con il Decreto Rattazzi (Regio Decreto 3702 del 23 ottobre 1859), la provincia del Levante fu infine trasformata in circondario ed aggregata alla nuova provincia di Genova. Nel 1923 Castelnuovo fu uno dei comuni raccolti a costituire la nuova provincia della Spezia.